Recensioni
[…] il percorso pittorico di Antonella Mason […] e’ piu’ facilmente comparabile all’opera di Turner, pittore della luce e del lumeggiare delle grandi campiture cromatiche , ma possiamo noi dire con certezza che in esse non persista quell fulgido dono che viene dato dalla natura, o dal Divino, all’artista?Corrado Balistreri Trincanato (2020) Antonella Mason, dalla figurazione al sublime . Fogli. Traseunte, 4 anno, n.5 settembre – ottobre 2020, ISSN 2532-7895
Editoriale su https://issuu.com/fogli.transeunte/docs/fogli-transeunte-2020-5
Nel secondo Millennio l’opera di Antonella Mason è cresciuta per cicli consequenziali elaborati in stretto rapporto con il proprio vissuto. Le rappresentazioni dei suoi dipinti rispecchiano dunque soggettive realtà esistenziali, ed è quindi dal ragionamento che si genera l’immagine, senz’alcun apporto di vane fantasticherie. (Tratto da monografia retrospettiva di Elsa Dezuanni “1996 2017 Antonella Mason”, giugno 2018.)
Antonella Mason ci parla del rapporto tra conscio e inconscio, visualizzato mediante un progetto concettuale scaturito da una profonda riflessione, ma espresso nel contempo con rigore immediato: un percorso di studio e azione, apparentemente criptico, in cui si compendiano disciplina e slancio, dedizione e allegoria contemporanea. (Trieste, maggio 2018)
Penso che ci siano sempre due dialoghi alla volta che Antonella Mason mi aiuta a comprendere con il suo lavoro. Il primo e’ tra quella parte del della nostra mente/cervello, di cui siamo a conoscenza e per la quale abbiamo la parola. Qui e’ dove esiste il conscio “Io” e dove gli psicologi dicono che sviluppiamo una “Teoria della mente” che ci fa vedere il mondo da una prospettiva delle intenzioni degli altri. Il secondo e’ tra il nostro inconscio mente/cervello. Questo e’ altamente influenzato dall’esperienza diretta in un contesto specifico e, aggiunge una dimensione di comprensione reciproca attraverso segni non verbali, come il tono di voce o la postura fisica. L’arte di Antonella Mason, nel mio caso fortuito intensificata dal mio continuo dialogo con l’artista, mi insegna e mi aiuta a riordinare e risolvere quello che e’ importante nelle mie riflessioni su questo tema e come applicarlo al mio lavoro nell’istruzione superiore. (Gennaio 2017)
…in tutti i suoi dipinti c’è un “io narrante”, con una densità di contenuti che possono sfuggire all’osservatore non preparato. Volutamente svincolata da debiti e da rigori stilistici, consapevole del bisogno di essere “così com’è per poter creare”, si esprime con autonomia da un dipinto all’altro generando coerenze tali da poter costituire i capitoli di un romanzo. In quel raccontarsi – con l’enfasi oratoria di “artista appassionata, italiana, romantica, drammatica” (così lei si definisce, e così di fatto è) – potrebbero palesarsi ulteriori chiarezze sul significato delle sue opere. (Testo critico completo di Ennio Pouchard su monografia dell’artista “From Becoming to Vertically”, Antiga Ed. novembre 2016).
Antonella Mason usa le armi della retorica affiancandole alle affilate armi del mestiere di cui conosce trucchi e disinganni. Si diletta nella persuasione dell’osservatore agganciandolo con vivaci cromatismi in grado di nascondere buie pieghe emotive, affascina con verticalismi che spingono lo sguardo verso l’alto e il basso alternatamente senza sosta alla ricerca di un punto su cui fermarsi a pensare. Tenta di stabilire un patto con chi guarda, seduce, non impone, invita, non indica.Dopo aver preso confidenza con i diversi stili o linguaggi del suo operare, l’osservatore inizia a riconoscere delle coerenze. L’uso del colore, intenso, sfacciato, senza timori passa sopra ai formalismi: si mantiene forte sia nelle occorrenze figurative che in quelle più astratte. Un colore che parla, canta, suona.. a volte urla e diventa rosso. (Tratto dal testo critico di Chiara Casarin, catalogo mostra “Due tra Mille” -Spazio Open Treviso, 8/21 settembre 2014-.)
Antonella Mason e’ attratta dal soggetto umano. Attraverso una gamma di soluzioni (dalle pennellate espressionistiche alla sincerita’ illusionistica) occhi luminosi fissano come estasiati nella distanza o diretti allo spettatore. Questi lavori sono un unico tributo ai loro multipli, spesso anonimi soggetti come allo stesso processo pittorico. (2009)
Il lavoro di Antonella evoca una vulcanica, passionale relazione. Ogni coraggioso segno parla di una donna vibrante nella gestualita’ e nel pensiero. Il suo lavoro parla di un posto piu’ che di un momento nel tempo, da parte mia, l’unico modo per poterlo letteralizzare sarebbe chiamarla “Espressioni di Italianismo”. Un’espressione di un’uscita culturale attraverso una vasta gamma di svariati soggetti. Mentre rimane fedele ai suoi soggetti lei impone un affascinante presa che anima lo spettatore. Un approccio pittorico coraggioso, diretto e dinamico, combinato con una soffice sincera introspezione che ti guida nello schermo del suo animo onesto. Quello che non e’ mai in questione e’ la bellezza dell’insieme in ognuno dei suoi pezzi, quello che sorprende e delizia e’ quel momento di pausa gestuale, quel punto specifico dove il dipinto imprime in te il suo mondo interiore. (2008)
La pittura di Antonella Mason e’ il senso del viaggio dentro l’uomo. Scrutare per capire, conoscere senza giudicare e, per far questo con maggiore disponibilita’, persino spogliarsi di un’ aliquota della propria tradizione, rivedendo criticamente le proprie radici. La pittrice gioca sulla contraddizione tra il mondo che e’ fuori e quello che e’ dentro, tra cio’ che riteniamo nostro e quello che riteniamo altrui.
Questi volti smascherano le nostre rimozioni, invertono il ruolo che ci vuole spettatori e non spettacolo.
La creazione di un artista e’ lungi dall’essere esaustiva. Lo abbiamo pensato piu’ volte vedendo questi quadri, metaforicamente insieme ad un poeta che ci e’ caro come S.T. Coleridge: “C’e’ in ogni volto umano una storia o una profezia, che debbono rendere piu’ triste o, almeno piu’ disponibile ogni osservatore in grado di riflettere”. [S.T. Coleridge, Additional Table Talk] (2002)
Le opere di Antonella Mason colpiscono la nostra attenzione nel momento in cui entriamo nel suo personale dialogo con le complessita’ dello spirito umano.
Con pennellate gestuali essa esprime un’acuta sensibilita’ verso i suoi soggetti e cattura un insieme di stati d’animo – dall’intensa rabbia al macabro e al misterioso – ma sempre coinvolgente. (2001)
Antonella Mason cerca l’essenza dell’anima. Vuol cogliere l’interiorita’, scavare a fondo nelle pieghe, anche piu’ dolorose dell’uomo. In cio’ ella e’ vicina –ma in senso lato- al grande filone dell’Espressionismo storico e, per qualche verso, anche ai Neue Wilden Tedeschi.
Quindi niente leziosismi, niente sofisticazioni, niente ossequi alle mode.
E’ la verita’, anzitutto, che conta. (1996)
Ritratti di donne e bambini, giovani di un realismo persino aggressivo, fondato tuttavia non tanto sulla somiglianza fisica quanto sulla sorprendente capacita’ di “visualizzare” la radiografia dell’anima”. (1998)
La pitture di Antonella Mason e’ connotata da una valenza indubbiamente figurativa, anche se rimanda ad una interpretazione dalla quale affiora il rapporto memoria –inconscio. L’arte di A. Mason e’ pittura che si fa filosofia di uno stato d’animo: stato d’animo carpito nel tempo di un momento unico ed irripetibile. (1995)
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